Conflavoro PMI, associazione datoriale che rappresenta oltre 80 mila piccole e medie imprese in Italia, ha lanciato la piattaforma online ‘Conflavoro x l’Ucraina’ a sostegno della popolazione in fuga dal conflitto, in larga parte donne, anziani e bambini. L’iniziativa ha l’obiettivo di far convergere offerte e domande di alloggio e lavoro. La piattaforma è accessibile da ucraina.conflavoro.it e ha il sostegno della Comunità di Sant’Egidio, verso cui è possibile fare una donazione tramite apposito link.
“Il funzionamento di ‘Conflavoro x l’Ucraina’ è semplice, immediato. Da una parte – spiega Roberto Capobianco, presidente nazionale di Conflavoro PMI – alberghi e strutture ricettive di tutta Italia possono mettere a disposizione dei rifugiati una o più camere in modo gratuito compilando un form sulla piattaforma. Lo stesso possono fare le aziende che cercano personale, specificando settore, mansione e luogo di lavoro. Dall’altra parte, le associazioni umanitarie o gli stessi rifugiati (la piattaforma è tradotta in ucraino) possono richiedere un alloggio sicuro e un lavoro dignitoso. Conflavoro PMI si impegna a far convergere in tempi record domande e offerte sui singoli territori. La situazione è drammatica e la nostra associazione è orgogliosa di poter aiutare in modo concreto e assolutamente inedito chi, purtroppo, ha perso tutto. Le PMI italiane non si tireranno indietro e le disponibilità sono già numerose”.
“Il dramma che sta vivendo il popolo ucraino ci riguarda da vicino. Non possiamo rassegnarci alla guerra e insistiamo perché si aprano con urgenza vie di dialogo e si fermi il conflitto – afferma Cesare Zucconi, segretario generale della Comunità di S. Egidio ACAP onlus. Nel frattempo sono importanti iniziative, come quella di “Conflavoro x l’Ucraina”, per affrontare l’emergenza facilitando l’accoglienza e la ricerca del lavoro. Possiamo così ridare speranza alle tante donne, bambini e anziani che stanno giungendo in Italia in questi giorni dopo viaggi drammatici. Ci aiuta l’esperienza che abbiamo ormai da anni con i corridoi umanitari che rappresentano un modello di accoglienza e integrazione”.