All’ordine del giorno lavori gravosi e assegni pensionistici delle lavoratrici
Continuano gli incontri fra le parti sociali e l’Osservatorio sul monitoraggio della spesa previdenziale istituito dal Ministero del Lavoro. All’ordine del giorno lavori gravosi e assegni pensionistici delle lavoratrici. Per Conflavoro ha partecipato Maurizio Centra, membro del comitato tecnico scientifico dell’associazione con delega agli affari fiscali.
Anche in vista della Legge di Bilancio 2023, si discute su un possibile ampliamento del bacino dell’Ape sociale e su Opzione donna.
Durante l’incontro Conflavoro ha sottolineato l’importanza “di mettere a sistema i benefici previdenziali per i lavoratori gravosi e le lavoratrici”. Nel caso dei lavoratori gravosi “è necessario tener conto dell’eterogeneità della categoria, nel caso delle donne delle esigenze legate all’equilibrio fra lavoro e maternità o caregiver”.
Anticipo parziale del pensionamento e più giovani nelle aziende, la proposta di Conflavoro.
Anticipo parziale del pensionamento per i dipendenti prossimi alla pensione – con la contestuale trasformazione agevolata del rapporto di lavoro a tempo parziale -, e promozione degli stessi a ruolo di tutor con conseguente riduzione della dispersione del patrimonio di competenze maturate.
“In pratica – spiega Maurizio Centra, membro del comitato tecnico scientifico di Conflavoro con delega agli Affari fiscali – questa ulteriore fattispecie, che si aggiungerebbe a quelle esistenti, consisterebbe nel congelare la carriera previdenziale del lavoratore e riconoscergli, ovviamente ricorrendo le condizioni previste dalla legge, la prestazione maturata non in misura intera, bensì ridotta (es. 50%). Ciò a condizione però che sia trasformato a tempo parziale il rapporto di lavoro in corso alla data di decorrenza della prestazione stessa, in modo speculare (orario di lavoro) a quello della prestazione pensionistica ridotta (es. 50%). L’agevolazione consisterebbe nell’esenzione integrale dei contributi obbligatori a carico sia del datore di lavoro sia del lavoratore”.
“Questa soluzione – continua Centra – si configurerebbe come una modalità di lavoro flessibile, che favorirebbe da un lato l’uscita graduale dal mondo del lavoro del soggetto interessato e dall’altro ridurrebbe la dispersione del patrimonio di competenze ed esperienze maturate nel tempo, con vantaggi sia per i lavoratori più giovani e/o gli apprendisti, nei confronti dei quali potrebbe svolgere le funzioni di tutor, sia dell’organizzazione aziendale”.